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ABBAZIA del GOLETO | immagini, testi, storia, restauro
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cliccare sulle foto per ingrandire (c) angelo verderosa studio
info correlate premio inarch
comunicato stampa INarch
CERIMONIA DI PREMIAZIONE
Si terrà venerdì 6 maggio 2010 alle ore 16.00 presso il teatrino di corte di Palazzo Reale a Napoli la cerimonia di consegna dei premi CAMPANIA IN/ARCHITETTURA 2010.
Programma:
Conduce: Alfonso Ruffo direttore de Il Denaro
Stafano Gizzi soprintendente per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia – Pasquale Belfiore presidente InArch Campania, Rodolfo Giradi Presidente ACEN, Massimo Pica Ciamarra vicepresidente nazionale InArch, Ambrogio Prezioso presidente AFM – Edilizia, Adolfo Guzzini Presidente nazionale InArch
Sergio Stenti: l’architettura contemporanea in campania progettisti premiati
Cerimonia di premiazione:
premio per un INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA – interventi di conservazione
vincitore:
Abbazia del Goleto – progettista: Angelo Verderosa
PREMI INARCH CAMPANIA _ di Diego Lama
premio per un INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA – interventi di conservazione
VINCITORE Abbazia del Goleto – Angelo Verderosa
Che un giornale abbia vinto un premio è già una notizia. Quando poi il giornale è il Corriere del Mezzogiorno e il premio è un riconoscimento legato all’architettura (Premio InArch Campania) allora la notizia è speciale. Ma non è una sorpresa. Da anni il Corriere si occupa di architettura; ha cominciato a farlo intervistando i grandi architetti del pianeta e occupandosi di temi importanti, ma assumendo sempre posizioni critiche, difficili, temerarie, spesso in favore dei giovani, della contemporaneità, del futuro, contro la conservazione ottusa, contro il vincoliamo selvaggio, contro l’ideologismo regolatore (non oggi, che è semplice, ma più di dieci anni fa, in pieno “Risorgimento napoletano”). Ha cercato di far capire al grande pubblico come l’architettura contemporanea poteva trasformare la città con iniziative come la Fabbrica delle Idee, che per mesi ha suscitato un acceso dibattito tra i lettori. Ha preso posizione nei confronti dell’edilizia del novecento tentando di salvare ciò che di buono c’è stato nel fenomeno tristemente noto come le “mani sulla città”.
marzo 2010 / il Giornale dell’Architettura, Allemandi Editore, inserto speciale per Ferrara Salone del Restauro : l’Abbazia del Goleto tra i migliori restauri italiani 2009
http://www.ilgiornaledellarchitettura.com/articoli//2009/10/100635.html
12. I RESTAURI recenti
gli ambiti di riqualificazione / crediti / dati / info
… << Il Progetto integrato abbazia del Goleto è partito nel 2004, co-finanziato dal Por Campania 2000-2006. L’Accordo di programma tra Soprintendenza, Comune e Arcidiocesi, con la progettazione e la direzione lavori di Angelo Verderosa, ha mirato a realizzare il completamento-ricostruzione del primo livello del monastero (abitato dai monaci) e a rendere funzionale l’abbazia, recuperando inoltre l’invaso spaziale di accesso e realizzando un punto ristoro. Il monastero oggi ospita 20 posti letto e potrebbe diventare il nucleo di un sistema turistico – anche religioso – dell’Alta Irpinia. Leggi il seguito di questo post »
11. I RESTAURI recenti
la metodologia progettuale
Il Progetto Integrato “ABBAZIA del GOLETO” è stato realizzato nell’ultimo triennio e co-finanziato da diverse “misure” del POR Campania. Sui millenari luoghi dell’ex cittadella monastica , l’intervento ha mirato a connettere azioni sia di tipo pubblico che privato, con l’obiettivo di riqualificare e attrezzare per una fruizione multi-culturale luoghi che versavano in stato di abbandono e degrado. Leggi il seguito di questo post »
10. I RESTAURI recenti
il completamento dei restauri e il premio IntraLuoghi
Il Progetto Integrato ABBAZIA del GOLETO è stato realizzato dal 2004 al 2008 co-finanziato dal POR Campania 2000-2006. Sui millenari luoghi dell’ex cittadella monastica, l’accordo di programma tra Soprintendenza, Comune e Arcidiocesi –attraverso la progettazione e la direzione dei lavori dell’Arch. Angelo Verderosa-, ha mirato a connettere azioni sia di tipo pubblico che privato, con l’obiettivo di riqualificare e attrezzare per una Leggi il seguito di questo post »
9. I RESTAURI fino al 1992
dai primi lavori del 1975 ai primi restauri post terremoto
Dopo la soppressione dell’Abbazia nel 1807 iniziò un periodo di spoglio dei beni e di abbandono. Nel 1832 si provò a riaprire il monastero. Nel 1903 l’Arcivescovo Tomasi fece ricostruire alcune stanze per l’alloggio del cappellano, distrutte poi da un incendio nel 1918. Negli anni settanta, con l’arrivo di P. Lucio furono interessati molti enti pubblici, il Ministero della P.I., la Cassa per il Mezzogiorno, il Provveditorato alle OO.PP., la Soprintendenza ai Monumenti della Campania, gli ufffici regionali. Nel 1975, Leggi il seguito di questo post »
8. FINO al TERREMOTO del 1980
due secoli di abbandono, fino all’arrivo di P.Lucio
Dal 1807 al 1973 il monastero restò abbandonato. Furono trafugati portali e pietre; tetti e mura crollarono, i rovi diventarono padroni incontrastati insieme ad animali di ogni tipo. Solo i ‘casali’ continuarono a vivere ospitando famiglie contadine e stalle per animali. Nel 1973 arrivò al Goleto P.Lucio M. De Marino, monaco verginiano. Leggi il seguito di questo post »
7. La CHIESA del VACCARO
opera di Domenico Antonio Vaccaro (Napoli 1678-1745)
In seguito al terremoto distruttivo del 1732 fu incaricato il grande architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro (Napoli 1678-1745), che la edificò tra il 1735 e il 1745.
Oggi si presenta a cielo aperto, con le murature perimetrali restaurate (consolidamento 1990, restauro degli stucchi vaccariani 2007), priva delle coperture e degli archi di imposta della cupola (quest’ultimi presenti fino al terremoto del 1980). La pianta è a croce greca, allungata verso l’altare, sormontata -in origine- da una cupola centrale. Leggi il seguito di questo post »
6. La CAPPELLA di SAN LUCA
uno dei monumenti più preziosi dell’Italia Meridionale
Si raggiunge dallo scalone in pietra che ha come corrimano un lungo serpente con un pomo in bocca. Sul magnifico portale d’ingresso alcune incisioni ricordano che la chiesa fu fatta costruire dalle badesse per accogliere le spoglie di San Luca evangelista. È il gioiello dell’Abbazia. Leggi il seguito di questo post »
5. L’EPOCA dei MONACI, 1515-1807
terremoti e ricostruzioni del 1694 e 1732
Con la fine della comunità femminile goletana, il monastero fu unito a quello di Montevergine, che provvide ad assicurare la presenza di alcuni monaci. Iniziò così una lenta ripresa, che ebbe un impulso determinante sotto il pontificato di papa Sisto V. Il periodo migliore fu tra la metà del Seicento e la metà del Settecento; dopo i terremoti distruttivi del 1694 e del 1732 vi fu il restauro completo del monastero e la costruzione della chiesa grande, opera di Domenico Antonio Vaccaro. Leggi il seguito di questo post »
4. L’EPOCA delle MONACHE, 1135-1515
Federico II e il culmine dello splendore artistico
Ruggiero di Monticchio donò a Guglielmo da Vercelli il vasto feudo del Goleto per avviare la costruzione di un monastero doppio: da un lato il convento femminile delle monache, molte delle quali provenivano dalle famiglie più illustri del Regno di Napoli, Leggi il seguito di questo post »
3. La PRESENZA RELIGIOSA
da S. Guglielmo a P. Lucio, ai Piccoli Fratelli
Agli inizi del XII secolo, il giovane eremita GUGLIELMO, originario di Vercelli, diretto in Terra Santa, dopo i pellegrinaggi a Santiago di Compostela e Roma, si fermò in Irpinia, fondando prima Montevergine e poi il Goleto; quest’ultimo con ‘doppio monastero’, femminile e maschile; utilizzando il materiale di spoglio dell’insediamento di Marcus Pacciu Marcellus. Guglielmo non raggiunse la Terra Santa, morì in Irpinia, al Goleto il 24 giugno 1142. Pio XII, nel 1942, lo proclamò patrono principale dell’Irpinia. Leggi il seguito di questo post »
2. La STORIA
dal mausoleo di Marcus Paccius Marcellus alla torre Febronia
L’insediamento di tribù sannitiche intorno alle valli dei Fiumi Ofanto, Sele e Calore, contribuì a definire l’identità del territorio altirpino che prese il nome dalla tribù eponima degli HIRPINI, traendo l’etimo dal sannita hirpus “lupo”.
La località Goleto, nell’attuale territorio di Sant’Angelo dei Lombardi, ha coinciso fino a tutto il primo millennio d.C. con i resti del monumento sepolcrale che vi costruì MARCUS PACCIUS MARCELLUS della tribù Galeria, centurione della Legio Scitica. Leggi il seguito di questo post »
1. Il LUOGO
inquadramento geografico ambientale
Già dal Paleolitico l’area del Goleto è stata interessata dalla presenza dell’uomo, poiché la sua collocazione geografica, varco della catena appenninica dei monti Picentini, ne ha fatto una tappa obbligata per il passaggio più breve tra i due mari, il Tirreno e l’Adriatico. Leggi il seguito di questo post »
per scaricare la pubblicazione originale cliccare sul link seguente (10 Mb) 1 giornale 077 GDARCH@016-17 angelo verderosa abbazia del goleto
Il Giornale dell’Architettura / Allemandi Editore Anno 8 n.77 Ottobre 2009 _ _ _ Il progetto del mese / Restauro dell’Abbazia del Goleto in Irpinia
Un luogo di spiritualità ritrovato, nel cuore dell’Irpinia ferito dal terremoto del 1980 _ _ _ di Diego Lama
L’abbazia del Goleto si trova in Alta Irpinia, alle sorgenti dell’Ofanto, in un territorio da sempre attraversato da transumanze, pellegrinaggi, scambi commerciali tra il Tirreno e l’Adriatico, tra l’antica Picentia, avamposto degli Etruschi, e il santuario longobardo dell’Arcangelo Michele nel golfo di Manfredonia. La zona del Goleto però è anche una «terra inquieta»: dal 1694 al 1980 sono stati più di sette i terremoti distruttivi che hanno lacerato la regione. Uno dei più devastanti fu proprio l’ultimo, quello del 23 novembre, al quale seguì la ricostruzione. Ricostruzione che – in alcuni casi, forse per la fretta, forse per la voglia di speculare, per la cattiva gestione, per il desiderio di sperimentare degli architetti – si trasformò in un nuovo atto di devastazione. In quegli anni sembrò che amministratori, politici, architetti provassero vergogna nei confronti delle macerie crollate in strada e perciò, invece di ridare loro dignità, si preferì far piazza pulita, cancellare: ricostruire. Fortuna volle che gli abitanti, inseguendo il miraggio della villetta autonoma, abbandonarono i centri storici, preservandoli intatti fino a oggi.
l’Abbazia del Goleto, nelle ‘note’ di Angelo Verderosa, su Fb
traduzioni di Lina e Maria Matilde Cassano, foto Lucilla Nitto
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per scaricare l’intero numero di IRPINIA ed IRPINI, cliccare sul link seguente (pdf 1,30 mb) numero1-2_2008.pdf
per conoscere IRPINIA.biz http://www.irpinia.biz
Premio INTRALUOGHI 2007-2008 al Progetto Integrato “ABBAZIA del GOLETO”
pubblicazione su EDILPORTALE
http://www.edilportale.com:80/edilnews/NpopUp_Print.asp?IDDOC=11000&IDCAT
Premio INTRALUOGHI 2007-08 al Progetto Integrato “ABBAZIA del GOLETO”
pubblicazione su Archiportale
http://www.archiportale.com/news/schedanews.asp?IDDOC=11000&IDCAT=37
Abbazia del Goleto, scheda di approfondimento pubblicata su ARCHIPORTALE
http://www.archiportale.com/progetti/SchedaProgetto.asp?origine=&IdProg=5554
Premio Nazionale di Architettura “INTRALUOGHI”
passaggio stampa su IRPINIA NEWS
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