“dal lamellare alla case di legno”, giornata di studio
11 ottobre 2011“dal lamellare alla case di legno”, giornata di studio
FABBRICHE archeologie industriali e nuovi usi
27 ottobre 2010A Sant’Andrea di Conza, terzo appuntamento con “COLORI d’AUTUNNO”. SABATO 30 ottobre, intera giornata dedicata ad eventi e dibattiti di Architettura. Si discuterà di “FABBRICHE” – Archeologie Industriali e Nuovi Usi; da luoghi del lavoro manuale a luoghi del pensiero collettivo.
In mattinata: presentazione del libro “IL CINEPORTO della Film Commission Torino Piemonte” Ed. Celid, con l’autore Luca Gibello, caporedattore del ‘Giornale dell’Architettura’ Allemandi Editore. Interventi di Diego Lama, architetto, giornalista, direttore della rivista ‘Ventre’; Luigi Centola, docente universitario, vincitore degli Holcim Awards per la costruzione sostenibile; Massimo Pica Ciamarra, docente universitario, presidente dell’O.I.A., vicepresidente dell’INARCH; Fulvio Fraternali, presidente dell’Ordine Architetti P.P.C. di Avellino; introduce Angelo Verderosa con la videodocumentazione dei lavori di recupero del prezioso forno Hoffmann interno alla Fornace di Sant’Andrea. Al convegno partecipano i ragazzi del Liceo Artistico di Calitri e del Liceo Classico di Sant’Angelo dei Lombardi. Alle ore 14 buffet con prodotti agroalimentari di qualità, irpini e lucani, selezionati e proposti da Antonio Vespucci, offerti dall’Amministrazione Comunale.
Recupero della ex-FORNACE di LATERIZI a Sant’Andrea di Conza
13 giugno 2008.
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QUESTO POST E’ STATO REVISIONATO ED AGGIORNATO in data 17.1.2017 e pubblicato in ‘VERDEROSA studio’; clicca QUI
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ex-Fornace di laterizi
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Presentazione di MARIO LOSASSO in “COSTRUIRE in LATERIZIO” n°56/97
PIETRA IRPINA
28 febbraio 2007L’Irpinia sub-appenninica è ricca di buoni materiali lapidei adatti alla costruzione e all’impiego pavimentale esterno; materiali un tempo reperibili un po’ ovunque, oggi sono estratti principalmente nelle cave di Sant’Andrea di Conza, Bisaccia e Melito Irpino e lavorati, oltre che nei suddetti siti, nei laboratori di affermata tradizione artigianale: Fontanarosa, Gesualdo, Grottaminarda, Montella, Bagnoli, Nusco, Lioni, Conza.
Nei centri storici scampati al sisma del 1980 la pietra è ovunque; nei portali e nei cantonali dei palazzi nobiliari, nei rosoni e nei basamenti delle chiese, nei davanzali e negli stipiti di porte e finestre, nei balconi e nei gattelli in aggetto, alla base delle case scavate nei fianchi delle rupi … sotto gli intonaci delle case in muratura … nei vicoli e nelle piazze; simbolo arcaico dei luoghi e della secolare abilità dell’uomo che sempre ha affidato alla incorruttibilità della sua superficie parole e segni da tramandare.
Dalle cave autorizzate di Sant’Andrea di Conza-Pescopagano e Melito Irpino si estrae una pietra compatta, chiara e variegata, adatta alla costruzione e alla decorazione, prevalentemente costituita da minerali “di durezza Mohs da 3 a 4”, denominata “brecciato irpino”; si presenta come un conglomerato ghiaioso di varia granulometria e cemento calcareo, costituita da breccia di matrice carbonatica e derivante da rocce sedimentarie; a granulometria minore corrisponde materiale di maggior pregio.
A seconda della granulometria e dei siti originari di estrazione si hanno le varie denominazioni: “favaccio” o “favaccia”, “favaccino”, “brecciato”, “pietra di Fontanarosa”, “pietra di Gesualdo”, ecc.
La superficie a vista viene lavorata bocciardata, picconata, scalpellata, pettinata, levigata e, di recente, sabbiata e burattata. All’interno viene posato con lucidatura in opera.
A Gesualdo si estrae, ormai episodicamente, l’ “onice di Gesualdo”, marmo di grande effetto decorativo, trasparente quando tagliato in lastre sottili, ricco di venature multicolori, non adatto per l’uso esterno.
A Bisaccia, viene ricavata mediante sfaldatura meccanica di cava, una pietra marnoso-calcarea, compatta, lavorabile, con interessanti effetti di colorazione sabbioso-giallastre miste a macchie grigio-brunastre e con vene calcistiche e rossastre. Viene cavata sotto forma di lastrame irregolare e selci, a spessore variabile (40-90 mm.) e pezzature comprese mediamente tra 20 e 60 cm.; il coefficiente di imbibizione medio, contenuto entro il 3%, la rende adatta all’uso esterno.
La buona consistenza strutturale delle due tipologie di pietra irpina, il variegato cromatismo, il comfort al calpestio, le possibili lavorazioni, la resistenza al gelo e all’usura per attrito, consentono una soddisfacente utilizzazione sia nelle pavimentazioni carrabili che pedonali.
La “pietra di Bisaccia”, lasciata a “piano cava”, si presta meglio in genere per pavimentazioni ad opus incertum o a cubetti; il “brecciato” si apprezza soprattutto lavorato in lastre regolari o a correre, basoli, cordoni, zanelle, caditoie, bauletti, dissuasori, panchine.
La posa in opera necessita di una preventiva fondazione di tipo stradale, costituita da una massicciata in pietrame misto costipato e rullato, a cui si sovrappone un massetto in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata; sul massetto di posa, in genere realizzato con sabbia di fiume e cemento, battuto a mano, vengono posate “a fresco” le lastre in pietra; i giunti di fuga tra le lastre vengono riempiti con sabbia finissima e cemento in polvere e inumiditi fino alla presa.
Angelo Verderosa / tratto da “Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia”
Manuale delle tecniche di intervento
De Angelis Editore, Avellino 2005 – scaricabile on line : https://verderosa.wordpress.com
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La pietra irpina nelle pavimentazioni esterne : Tipologie di lavorazione
Laboratori artigianali e aziende produttrici in Irpinia : Fratelli Iovanna, Fontanarosa (Av) – Andreone, Sant’Andrea di Conza (Av) – Salzarulo, Lioni (Av) – Carfagna, Montella (Av) – PM Pietre, Bisaccia (Av)
S. Andrea di Conza_Fornace
1 agosto 1996Il recupero della ex-Fornace di Laterizi _ pubblicazione
1 agosto 1996a cura di Angelo Verderosa
Archeologia industriale a S.Andrea di Conza / Il recupero della ex-Fornace di Laterizi – – – AAA Edizioni – Tipolitografia F.lli Pannisco – Calitri 1996 – 60 pagine
per scaricare la pubblicazione in pdf (18 Mb) cliccare sulla copertina o sul link seguente IL RECUPERO DELLA EX-FORNACE DI LATERIZI
notizie correlate :
articolo sulla rivista ‘Costruire in Laterizio’
sant’andrea e fornace sul blog
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